Renee Gracie, la pilota australiana che aveva una carriera spalancata nel mondo delle corse automobilistiche dopo le prime stagioni in Supercars ma che ha deciso di ritirarsi per dedicarsi ai film per adulti, racconta come sta andando la sua nuova carriera. 
Molto bene a quanto pare: in una lunga intervista al Daily Telegraph, Renee Gracie ha confidato di non essersi pentita. Se non per il troppo lavoro e le richieste a volte esuberanti dei suoi fan.
Renee Gracie e il successo osé
La modella ha scelto un’attività molto personalizzata. Niente film – anche se di proposte gliene sono arrivate moltissime sia dall’Australia che dagli Stati Uniti. Solo spettacoli ‘on demand’ su una piattaforma a pagamento. Renee chatta con gli iscritti, li intrattiene tre o quattro volte al giorno e dedica eventi speciali a chi è disposto a pagare un extra. Inutile chiedere di più: “Se vuoi saperlo ti iscrivi e fai la tua richiesta” è la risposta della ex pilota, tre stagioni nel campionato australiano Porsche Cup e nel campionato Supercars.
“Sono convinta che tra gli iscritti alla mia pagina ci siano anche tante persone nel settore dell’automobilismo sportivo – dice – molti sicuramente sono anche dei piloti. La cosa non mi sorprenderebbe. Ma sono protetti dall’anonimato e non li metterei mai in difficoltà”.
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Nostalgia della pista
Renee sa che difficilmente potrà tornare a correre da professionista: “Mi hanno offerto copioni molto hard che si riferiscono al mondo delle corse e del circuito, ma li ho rifiutati tutti anche se mi offrivano un sacco di soldi. Le corse mi mancano molto, appena posso un giro con le mie auto lo faccio. E vado sempre molto veloce. Potrei ricominciare anche domani. Sicuramente la Supercar non mi farà più rientrare in pista per un loro campionato, forse la Porsche Supercup ma non ne sono sicura. Tutti sanno quello che ho fatto e ammetto che le critiche sono state molte. Per il sistema delle gare automobilistiche è stato comunque uno shock”.
Le richieste che le arrivano dai fan sono le più strane: “Molti vogliono uno strip dopo che sono vestita da pilota con tanto di casco e guanti, e se non ci sono sponsor visibili sulla tuta che potrebbe mettere in difficoltà delle aziende la cosa si può anche fare. Ho rifiutato incontri di persona e richieste troppo stravaganti. Ho imparato che in questo mondo ognuno ha il suo lato oscuro. All’inizio mi scandalizzavo. Ora ci ho fatto l’abitudine”.
Paradossalmente il principale motivo per cui ha deciso di lasciare le corse, quello economico, ora sarebbe risolto: “In pochi mesi ho fatto tanti di quei soldi che potrei pagarmi senza sponsor tre intere stagioni. Senza contare gli sponsor di attività per adulti che mi coprirebbero d’oro per avere il loro marchio sulla mia tuta. Magari due anni fa li avrei dovuti pregare io e mi avrebbero detto di no…”
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