Bruce Springsteen e quella T-Bird “eterna” del video di “I’m on Fire”

Bruce Springsteen è di nuovo in auge con il suo ultimo album “Letter to You”, che conferma la sua passione per auto e strade

Bruce Springsteen
Bruce Springsteen sulla copertina della sua autobiografia con una Corvette Winter (Foto Bruce Springsteen Archive)

Il nuovo album di Bruce Springsteen si intitola “Letter to You” e ormai da giorni è in grande rotazione sulle radio di tutto il mondo.

Springsteen di nuovo in classifica

Springsteen per lanciarlo ha adottato una strategia di comunicazione semplice e molto popolare: ha aperto le porte del suo studio nel New Jersey con alcuni live per fare ascoltare un’anteprima dei suoi brani. Poi ha realizzato alcune trasmissioni radiofoniche speciali, una via di mezzo tra un podcast e un radioshow, che sono andate in onda in tutto il mondo. In Italia le ha trasmesse Virgin Radio.

“Form My Home to Yours” è un meraviglioso spaccato di America nella quale Springsteen racconta se stesso, i suoi dischi e il momento davvero molto particolare che stiamo vivendo.

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Il Boss e le auto: passione vera

Tutta la discografia di Springsteen è un continuo riferimento alla strada, alle highway, alle moto e alle automobili. Sulla copertina della sua autobiografia “Born To Run” compare con una delle sue prime auto, una Corvette Winter Convertible Hard Top anni ’60. Springsteen quella macchina ce l’ha ancora, non la stessa, ma un modello identico.

La sua prima auto, un pick up della Chevrolet del 1957 fu venduta all’asta da Springsteen che la conservò per quasi quarant’anni a mezzo milione di dollari prima di donarla per beneficenza.

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Bruce Springsteen
Una delle prime auto di Springsteen, una Chevy Bel Air Convertible, fu lei a ispirare la canzone “!Born To Run”. Ora è di un fan che l’ha recuperata (Getty Images)

Il video di “I’m on Fire”

Uno dei suoi video più famosi, “I’m on fire” il quarto singolo del premiatissimo “Born in the USA”, ha per protagoniste due auto che il Boss conservava nel proprio garage e alle quali era legatissimo. La canzone, una ballata folk semiacustica nella quale Springsteen voleva ricalcare un’atmosfera country western che poi avrebbe riscoperto più ampiamente anni dopo, è molto corta: appena 2.37”. “Troppo pochi per un video” dice il produttore dell’album, Jon Landau.

Di qui l’idea di Springsteen, che aveva preso un paio di appunti su un film che aveva visto e che parlava di un “amore interrotto” qualcosa di potenzialmente devastante ma non vissuto appieno.

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Due auto e due cuori infranti

Gli appunti del Boss diventano una breve sceneggiatura e il video si allunga con un prologo e un epilogo. Springsteen, un meccanico nella sua officina, viene visitato da una splendida donna della upper class mentre lavora sotto una Camaro RS azzurrina, la sua, acquistata pochi mesi prima. La donna, bellissima anche se non la si vede mai in volto (altra splendida idea del regista del video John Sayles),  gli chiede di mettere a punto la sua Ford Thunderbird e di portargliela a casa appena pronta. Springsteen è colpito dalla donna ma… gli consegnerà l’auto lasciando le chiavi nella cassetta della posta, senza cadere in tentazione.

Anche la Ford Thunderbird del video, bianca, splendida, faceva parte della collezione del Boss.

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Il video originale di “I’m on Fire”

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