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Adrian Newey, gli elogi di Rahal: “Vi spiego perché ti fa vincere”

Adrian Newey, gli elogi di un ex campione: "Perché riesce a farti vincere"Adrian Newey, gli elogi di un ex campione: "Perché riesce a farti vincere"

Bobby Rahal, ex campione del mondo CART, ha elogiato Adrian Newey con cui ha lavorato alla metà degli anni Ottanta

Adrian Newey, gli elogi di un ex campione:

Adrian Newey, gli elogi di un ex campione: “Perché riesce a farti vincere”

Nel 1985, la Ferrari progetta lo sbarco negli Stati Uniti. Il “Drake”, Enzo Ferrari, non gradisce il turbo e minaccia l’addio alla F1 con conseguente ingresso nella IndyCar. Iniziano gli approcci con il team Truesports, che allora è uno dei migliori nel Mondiale. Il capo degli ingegneri del team è un venticinquenne destinato a farsi un nome, Adrian Newey.

Rahal propone Newey alla Ferrari per sviluppare il progetto. Il matrimonio non si farà, perché Enzo Ferrari sceglie Gustav Brunner e non lascerà mai la Formula 1.

Il team Truesport corre con una March che Newey ha iniziato a rivoluzionare a partire dalla stagione 1984, hanno ricordato i protagonisti per un lungo articolo di qualche anno fa su Motorsport Magazine.

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Adrian Newey prima della Formula 1: parla Bobby Rahal

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Allora, ha ammesso l’ingegnere, “la March non era una gran macchina. La Lola era il punto di riferimento, ma a due terzi della stagione 1984 abbiamo iniziato ad essere più o meno al loro livello. Abbiamo cambiato le sospensioni anteriori e posteriori, ridotto l’angolo del motore per abbassare il centro di gravità, alleggerito la macchina“.

Ma è il modello del 1985 che rappresenta la prima grande traccia del futuro successo di Newey. L’aveva resa più piccola e più efficiente” ha ammesso Rahal che ha vinto tre gare e lottato per il Mondiale fino all’ultima gara.

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Dal suo punto di vista, già allora Newey mostrava le caratteristiche che lo avrebbero reso così apprezzato in Formula 1: c’è la sua mano, come noto, dietro alla Red Bull che ha dominato gli ultimi quattro mondiali prima della rivoluzione dei motori ibridi.

“Non è soltanto un ingegnere che guarda i dati, con la testa dentro un computer” ha spiegato Rahal, “ma ha anche una comprensione profonda del mondo reale e un enorme spirito competitivo. Io, da pilota, avevo una fiducia totale in lui. Se mi avesse detto di montare davanti le ruote posteriori e viceversa, l’avrei fatto. Con lui, puoi vincere anche se non sei il pilota più veloce in pista”.

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