Bottas e il pensiero di mollare la Formula 1: il retroscena sul GP di Sochi

Valtteri Bottas ricorda l’ordine di scuderia che vi fu nel GP di Sochi di F1 del 2018: “Ho pensato di mollare”

Valtteri Bottas
Valtteri Bottas (Getty Images)

Valtteri Bottas è uno dei protagonisti della terza stagione di Drive to Survive, la serie prodotta da Netflix che racconta i retroscena del mondo della Formula 1. Tanti gli aspetti curiosi legati al mondiale del 2020, l’ultimo, chiaramente condizionato dal Covid.

Il pilota finlandese, arrivato alla Mercedes del 2017, nel corso di questi anni, non è mai riuscito ad impensierire nella lotta al titolo il suo compagno di scuderia, Lewis Hamilton, pur essendo il suo antagonista principale, soprattutto nelle ultime due stagioni. In un episodio Bottas è tornato su quanto accaduto nel 2018, al suo secondo anno con la scuderia di Stoccarda. In quella stagione chiuse al quinto posto la classifica iridata, con zero vittorie all’arrivo ed un rapporto ai minimi termini con il Team.

Il finlandese ha raccontato quanto accadde in Russia, quando, da leader della corsa, gli arrivò un ordine di scuderia per lasciare strada al compagno di box, in piena lotta per il titolo Mondiale.

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F1, Valtteri Bottas ed il suo racconto su Sochi 2018

F1, Valtteri Bottas e Lewis Hamilton
Valtteri Bottas e Lewis Hamilton (Getty Images)

La gara di Sochi del 2018 è stata difficile da accettare, dura” ha spiegato il pilota numero 77 nelle dichiarazioni riprese anche da Formula Passion. “Stavo pensando di rinunciare, di mollare, ero molto arrabbiato e mi sono chiesto perché lo stessi facendo” ha continuato il racconto. Bottas, poi, svela un particolare, una sorta di resa dei conti. “Ho detto alla squadra che non l’avrei più rifatto dopo la gara. Ti senti come uno sconfitto se arrivi secondo ed il tuo compagno di squadra vince. Voglio dimostrare – ha proseguito il finlandese – di non essere solo un secondo“.

Non è mancata una sorta di confessione, sul suo ruolo in squadra messo anche in discussione. “Forse inconsciamente nel Team c’è un numero uno ed un numero due, anche se non lo ammetterebbero molti. A volte i membri della squadra si sono interrogati se stessero dando sia a me che a Lewis lo stesso trattamento“.

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