Valentino Rossi racconta alcuni retroscena della sua carriera da pilota, le strategie di gara e le sensazioni prima di un Gran Premio.
Sarà il primo Mondiale senza Valentino Rossi, ma l’alone della sua leggenda resterà indelebile ancora a lungo se non per sempre. Il campione di Tavullia non solo ha seminato e raccolto in 26 anni di carriera, ma ha lasciato in eredità progetti, ricordi memorabili, momenti di storia che hanno avvicinato milioni di fan ad uno sport che rischiava di restare di nicchia.
La MotoGP andrà certamente avanti anche senza di lui, ma il suo contributo resta indiscutibile. Alla vigilia della nuova stagione continua a far parlare di sé con la lunga intervista rilasciata al giornalista statunitense Graham Bensinguer, ospitato nella residenza di Tavullia dove il campione vive e continua ad allenarsi insieme ai piloti della VR46 Academy. Ha confessato alcune delle sue paure agonistiche, i momenti eccitanti prima di un Gran Premio, quando la concentrazione è l’unica arma per tenere a bada il fiume di emozioni e adrenalina. “Hai paura di sbagliare, di partire male e di commettere errori alla prima curva, di cadere. Può essere pericoloso, soprattutto all’inizio della prima curva quando arriviamo tutti insieme“.
I pre-gara di Valentino Rossi
Valentino Rossi ricorda i momenti che continuerà a portare con sé per tutta la vita. Quando un’ora prima di piazzarsi in griglia bisogna resettare la mente, anche quando sembra difficile o impossibile: “Devi far sparire tutto ciò che sta al di fuori, la tua casa, tua moglie… Devi entrare in una dimensione diversa“. Il segreto del successo sta nel “camminare” su una linea sottile chiamata limite, dove se oltrepassi rischi tanto, ma solo arrivandoci si può ambire a risultati importanti. “Nel nostro sport il migliore è quello che va al limite ma non lo supera e questa linea va molto bene“.
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Poi ci sono le strategie che adotta ogni singolo pilota con il suo team, la scelta delle mescole e soprattutto l’approccio. Da sempre il Dottore è stato soprannominato “animale da gara” per il suo preservarsi nelle prove ed esplodere poi al momento decisivo. Nei GP non aveva mai la modalità ‘martillo’ alla Jorge Lorenzo, ha sempre duellato corpo a corpo con i suoi maggiori rivali regalando anche spettacolo ai tifosi da casa e sugli spalti: “Non mi è mai piaciuto scappare, mi piaceva di più lottare e provare a vincere la gara negli ultimi giri, questo è sempre stato il mio stile“.