Yamaha chiude fabbriche in Giappone: il motivo della decisione

Visto il calo della richiesta di componenti e la domanda dei mezzi a livello mondiale, la Yamaha ha deciso di tener chiusi gli stabilimenti in Giappone per ulteriore tempo

In questi mesi di lockdown generale in più parti del mondo a causa del coronavirus, il settore dei motori ha risentito più di tutti l’impatto economico in termini negativi. Sono infatti calate le richieste di, per quel che riguarda le due ruote, moto, scooter ed anche della componentistica. Questo è accaduto in Europa come in Nord America ed Asia. A fronte di ciò, la Yamaha aveva deciso di tener chiuso lo stabilimento di Iwata (Giappone) dall’1 al 19 maggio oltre a quelli di Iwata South, Hamakita, Nakase, Fukuroi e Morimachi. Dopo pochi giorni la decisione è in parte cambiata vista la decisione di un ulteriore prolungamento delle chiusure fino al 22 maggio.

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Yamaha, grave situazione sul versante richieste: chiusi fino a giugno

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L’aggravarsi della situazione è avvenuta oggi siccome l’azienda, dopo un’attenta valutazione, ha comunicato che diversi siti di produzione di moto (non sono arrivate altre specifiche in merito, ndr) resteranno chiusi per altri 10 giorni lavorativi. Quindi stop fino al 5 giugno. Inoltre, tutte le sedi, fabbriche ed uffici giapponesi saranno chiusi ancor più tempo: precisamente fino al 12 giugno prossimo. Faranno eccezione, spiega l’azienda, l’Hamamatsu Robotics Building e il Miyakoda Building che sono due strutture che si occupano di robotica ed hanno sede a Kita Ward, Hamamatsu, nella prefettura di Shizuoka.

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