Perseverance, caratteristiche e curiosità sul Rover Nasa atterrato su Marte

Il rover NASA è su Marte: com’è fatto e cosa fa. Il rover Perseverance dà il via alla missione Mars 2020, atterrando sul Pianeta Rosso

Marte, com'è fatto e come funziona il robottino Rover della Nasa
Marte, com’è fatto e come funziona il robottino Rover della Nasa (Getty)

Le foto scattate sulla superficie di Marte hanno fatto emozionare il mondo. La missione della NASA con il “robottino” Perseverance è entrata nel vivo. Lo speciale robot Rover è finalmente atterrato sulla superficie del Pianeta Rosso. Atterraggio (o per meglio dire, marteraggio) ieri, giovedì 18 febbraio 2021, alle 21.55. E subito le prime foto del dispositivo Rover e del suo “partner”, il drone elicottero Ingenuity. Un evento trasmesso in diretta tv grazie alle immagini della NASA, e al quale ha contribuito anche l’Agenzia Spaziale Italiana e l’Istituto Nazionale di Astrofisica.

NASA Perseverance Rover
NASA Perseverance Rover (Getty)

E così si può dire che il viaggio è finalmente iniziato. Già solo il fatto che il robot sia arrivato sano è salvo è un grande successo, visto che il 60% dei dispositivi inviati sul pianeta non ha mai toccato il suolo. Un  tempo Rover era un marchio noto agli automobilisti, oggi ormai fallito. Adesso, si tratta del Rover Perseverance (ma il marchio di auto non c’entra nulla) ed è un robot estremamente sofisticato, studiato e creato apposta per muoversi su Marte. A controllare il paracadute che lo ha fatto arrivare sano e salvo è un “classico” sistema “Range Trigger”, coadiuvato dal “Terrain-Relative Navigation”.

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Marte, il Rover Perseverance ha una missione ben precisa: trovare tracce di vita

Il robot ha 23 fotocamere e 2 microfoni per registrare tutto ciò che lo circonda. La sua progettazione e costruzione è costata (non moltissimo, considerando l’importanza della missione), circa 130 milioni di dollari. L’obiettivo della missione è scoprire definitivamente se Marte sia davvero stato un pianeta abitato: se sì da che tipo di organismi. Probabilmente batteri, o forse qualcosa di più evoluto, ma in tempi lontanissimi. Di certo c’è che oggi qualsiasi forma di vita è incompatibile con le condizioni attuali del pianeta. Eppure, se c’è stata la vita qualche traccia dovrebbe essere rimasta.

Secondo la NASA le risposte dovrebbero arrivare nel cratere Jezero, il più grande e difficile da esplorare. Il piccolo robot ha compiuto un viaggio lunghissimo: è partito il 30 luglio del 2020, percorrendo su un razzo Atlas ben 480 milioni di chilometri. Perseverance non è il primo robot ad arrivare su Marte, anzi è il quinto. Il dispositivo è atterrato da solo (e dalla base non era possibile intervenire) e appena fermatosi ha scattato delle foto in bassa risoluzione come prova che tutto fosse a posto. Da oggi, considerando i relativi tempi di trasmissione, comincerà la missione vera e propria.

 

 

 

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