Bernie Ecclestone, i 90 anni del manager che ha cambiato la Formula 1

Bernie Ecclestone compie novant’anni. Con il Patto della Concordia del 1981, ha trasformato per sempre l’immagine della Formula 1

Bernie Ecclestone, i 90 anni del manager che ha cambiato la Formula 1
Bernie Ecclestone, i 90 anni del manager che ha cambiato la Formula 1

Ha trasformato la Formula 1 in un affare. Ha messo fine all’era degli organizzatori e dei team artigianali e sperimentali, ha dato allo spettacolo motoristico una confezione appetibile per le televisioni. Ha cambiato il motorsport Bernie Ecclestone, che compie novant’anni.

Dopo una breve esperienza da pilota, è da manager che lascia la traccia più duratura del suo passaggio. Nel 1971 acquista la Brabham dal co-fondatore Ron Tauranac per una cifra stimata in 120 mila dollari. Una somma considerevole all’epoca per il figlio di un comandante di motopeschereccio. Durante la sua gestione della squadra, Nelson Piquet vince due dei suoi tre titoli mondiali.

Nel 1983, Ecclestone darà anche ad Ayrton Senna la possibilità di un test con la sua monoposto. Secondo la versione più accreditata, Piquet avrebbe imposto il veto sul brasiliano, convincendo i proprietari del team che sarebbe stato meglio ingaggiare un pilota italiano vista la sponsorizzazione della Parmalat: Matteo Fabi.

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Il Patto della Concordia

Nel 1974, Ecclestone fonda l’Associazione dei costruttori di Formula 1 (FOCA). I regolamenti tecnici mettono le scuderie inglesi, che costruivano i telai e compravano i motori dalla Ford Cosworth, contro la Ferrari e la Renault.

Questi “costruttori puri” godevano dell’appoggio della FISA, la Federazione automobilistica, e del suo presidente Jean-Marie Balestre. La decisione della Lotus di introdurre delle appendici sulle fiancate, le cosiddette “minigonne”, e il sospetto che i team inglesi barassero sui controlli per il peso minimo della vettura, scatena di fatto una guerra interna tra la FOCA e la FISA.

Ecclestone, aiutato dall’avvocato Max Mosley, ha un altro, grande obiettivo. Gestire i diritti economici e commerciali di tutta la Formula 1, mettendo fine a un regime per cui ogni organizzatore decide per sé. Una serie di proteste e di boicottaggi, celebre quello al GP Sudafrica a Kyalami del 1981, porta alla definizione del primo e fondamentale Patto della Concordia.

I team si impegnano a disputare almeno due edizioni del Mondiale, con l’introduzione anche della classifica costruttori da cui dipendono i premi ai team. Premi che si fanno molto più succosi, perché il Mondiale viene venduto come un prodotto unico, con gli stessi standard richiesti su tutti i tracciati.

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Ecclestone, il padrone della Formula 1

Vincono tutti, soprattutto la Ferrari che mantiene privilegi per il suo blasone e la sua storia, e lo stesso Ecclestone. Valga un esempio per tutti, la firma nel 1990 del nuovo Patto della Concordia in vigore dal 1992. Nonostante l’opposizione di Frank Williams, Ken Tyrrell e Ron Dennis, boss della McLaren, i team alla fine accettano le condizioni di Ecclestone che prima del patto ha venduto i diritti della F1 in Inghilterra ad ITV. La cifra è altissima, nove volte più di quanto pagava prima la BBC. Ma la FISA ha abbandonato il vecchio regime per cui incassava il 23% dei diritti tv in cambio di un fisso da nove milioni all’anno. Quando le scuderie vengono a sapere quanti soldi stanno perdendo, accusano Ecclestone di aver “rubato la F1”.

Nel 1995 la FIA ha concesso i diritti commerciali a Formula One Management, nuova denominazione dell’ex FOPA, per un periodo di quindici anni. Il 28 giugno del 2000 la stessa FOM li acquisisce per oltre un secolo. Ecclestone è rimasto il padrone del circus fino al 2014, e dal 2007 al 2011 ha gestito anche la squadra di calcio del Queen’s Park Rangers, a lungo in coppia con Flavio Briatore.

A luglio è diventato padre di Ace. Con un padre così, che vanta un patrimonio stimato in oltre 2,7 miliardi di euro, l’asso nella manica l’ha trovato sul serio.

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