Red Bull, non solo Formula 1: gli altri sport in cui si è imposto il brand

Red Bull dal 2022 produrrà internamente anche i motori per la Formula 1. Un ulteriore step nell’impero sportivo del brand che coinvolge calcio e sport estremi

Red Bull si allarga in Formula 1: come un brand si è imposto nello sport
Red Bull si allarga in Formula 1: come un brand si è imposto nello sport

Il primo aprile del 1987, gli austriaci hanno conosciuto per la prima volta una nuova bevanda energetica. Il drink, ispirato a un prodotto molto popolare in Asia come la Krating Daeng, si chiama Red Bull. E da allora, ha messo davvero le ali.

Presente in oltre 170 nazioni, il marchio ha aumentato costantemente la sua presenza nel mondo dello sport, a partire dalle discipline cosiddette “estreme” come il windsurf, lo snowboard, o i tuffi dalle grandi altezze. Il marchio ha poi esteso la sua area di influenza nei mondi più mainstream del calcio e della Formula 1.

Berger, Vettel, Verstappen: la Red Bull in Formula 1

Tra i primi testimonial dell’energy drink in Austria figura Gerhard Berger, amico del fondatore Dieter Mateschitz. E’ il prologo all’ingresso della Red Bull in Formula 1, che matura nel 2004 con l’acquisizione per un dollaro simbolico della Jaguar. Il team nomina Chris Horner team principal con Günther Steiner come direttore tecnico. Due anni dopo, Mateschitz compra la Minardi che diventa il team satellite Toro Rosso (fantasia al potere) e annuncia l’ingaggio di Adrian Newey.

Con il progettista della Williams FW14B di Mansell campione del mondo nel 1992, della McLaren con le paratie inclinate simbolo del biennio d’oro di Mika Hakkinen, la Red Bull vola. Le soluzioni estreme come il retrotreno rastremato e le pance strette mettono le basi per i quattro titoli consecutivi di Sebastian Vettel. Nel 2016, il nuovo top driver della scuderia, Max Verstappen, batte tutti i record: è il pilota più giovane a firmare il giro più veloce in gara, a partire in prima fila, a salire sul podio, a vincere un GP.

La scuderia rimane competitiva, anche se scivola come terza o seconda forza del Mondiale, nell’era della Formula 1 ibrida. Cresce anche la qualità della Toro Rosso, che nel 2020 centra con Gasly a Monza il secondo successo della sua storia dopo quello di Vettel sullo stesso tracciato nel 2008.

Dal 2022, il brand produrrà internamente anche i motori dopo l’addio di Honda, suo attuale fornitore. Per portare avanti il progetto, il team ha annunciato che acquisterà le componenti delle power unit Honda e svilupperà il progetto grazie a una nuova società, Red Bull Powertrains Limited. La divisione nella sede del team, il Campus di Milton Keynes.

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La rete nel mondo del calcio

La conquista del mondo del calcio inizia nel 2005 con l’ingresso nell’Austria Salisburgo, ribattezzato Red Bull Salisburgo, allenato in passato anche da Giovanni Trapattoni. Anche se non tutti i tifosi hanno apprezzato questa invasione del moderno capitalismo, il club ha dato evidenti risposte sul campo. Ha vinto infatti gli ultimi sette campionati.

Nella geografia dell’impero compaiono gli Stati Uniti (i Metrostars diventano New York Red Bulls), il Brasile (il Red Bull Brasil di Campinas, acquistato nel 2007, milita nel campionato dello stato di Sao Paulo), il Ghana (progetto naufragato nel 2014).

Il maggiore successo nella rete della squadre Red Bull, che giocano con le stesse maglie ovunque, rimane l’evoluzione del Lipsia. Mateschitz ha acquisito i diritti di una squadra della quinta divisione tedesca, il Markranstädt.

Il regolamento del campionato impedisce alla squadra di mettere il nome della Red Bull nella denominazione ufficiale della società. Mateschitz cambia maglia, stemma e colori sociali, e con un artificio adotta il nome di RasenBallsport Lipsia. RasenBall è un termine tedesco che letteralmente si può tradurre come “sport della palla sul campo”, ma tutti sanno cosa si celi dietro la conseguente sigla RB.

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Red Bull e gli sport estremi

Red Bull Crashed Ice (foto Getty)
Red Bull Crashed Ice (foto Getty)

Il celebre payoff che caratterizza dalle origini l’identità della Red Bull e le campagne pubblicitarie rende quasi naturale l’associazione del brand con lo sport più adrenalinico.

Il logo della bevanda energetica compare come title sponsor di una serie di competizioni unite dalla passione e dalla ricerca del limite. Una delle più antiche è la SoapBox Race, una competizione organizzata dal 2000 per veicoli auto-costruiti e senza motore.

La bevanda energetica è anche sponsor della Air Race, una gara di velocità per aerei da competizione in cui i piloti devono completare nel tempo più breve possibile un percorso a ostacoli segnato dagli “Air Gates”.

Tra le più particolari figura certamente il Red Bull Crashed Ice, una manifestazione internazionale di pattinaggio su ghiaccio estremo che si disputa all’interno di un circuito in cui vengono inseriti elementi di arredo urbano. Dal 2012, poi, è main sponsor delle World Series in cui si confrontano i migliori del mondo nei tuffi dalle grandi altezze, diventati anche sport olimpico.

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