Olivier Dassault morto in un incidente: chi era l’imprenditore francese

Olivier Dassault era il figlio maggiore di Serge Dassault, punto di riferimento del colosso dell’azienda aeronautica francese

Olivier Dassault
Olivier Dassault accanto alla moglie Natalia in un scatto di repertorio (Getty Images)

É precipitato con uno degli elicotteri che amava di più, l’Aerospatiale AS350 Écureuil, lo scoiattolo. Paradossalmente non uno di quelli che aveva contribuito a sviluppare grazie ai test che aveva personalmente condotto. Se ne è andato Olivier Dassalult, uno degli uomini più influenti nel mondo dell’aeronautica civile.

Chi era Olivier Dassault

Figlio maggiore di Serge Dassault, nipote prediletto di Marcel, il mitico fondatore del colosso Dassault Aerospatiale, Olivier Dassault aveva 69 anni. Pilota provetto, capitano d’industria, uomo politico alla sua quarta legislatura nel parlamento francese, era quel che si dice un personaggio a 360°. I suoi biografi lo avevano soprannominato ‘il professore’. Forse per quell’aspetto elegante e sempre distinto, per la barba curata e il completo, sempre rigorosamente blu.

Olivier Dassault in effetti professore poteva sembrarlo e magari anche esserlo: aveva una cultura enciclopedica. Appassionato di musica e d’arte era un collezionista affermato che grazie a una fortuna immensa aveva messo insieme opere d’arte di valore assoluto degne del Louvre.

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L’incidente

La notizia della morte di Olivier Dassault si diffonde in Francia poco dopo le 20 di ieri come un fulmine a ciel sereno. Si tratta di uno degli uomini più ricchi del paese, il 361esimo industriale più ricco del mondo secondo Forbes. Una fortuna di oltre 7 miliardi di euro, un leader a capo di un gruppo industriale che vale almeno venti volte tanto.

Olivier Dassault era a Touques Calvados, dove aveva trascorso il fine settimana in una delle numerose residenze private di famiglia. Aveva in programma di rientrare a Parigi e aveva prenotato un eli-taxi da una delle compagnie delle quali si serviva abitualmente.

Il decollo era previsto alle 18: sulla Normandia c’era un bel sole con pochissimo vento. Alla guida c’era uno dei suoi piloti di fiducia. I testimoni parlano di una improvvisa e violenta perdita di quota del piccolo elicottero mezzo subito dopo il decollo. Forse un guasto.  La BEA, l’autorità investigativa francese ha aperto un’inchiesta. L’elicottero è stato sequestrato. Sul corpo del miliardario e del pilota è stata disposta l’autopsia.

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Dassault, l’aviatore

Olivier Dassault aveva preso dal nonno Marcel il gusto dell’avventura, del viaggio e della ricerca. Dei quattro nipoti del leggendario fondatore della compagnia era il più visionario. Fu lui a testare personalmente tutti gli aggiornamenti del Falcon, uno dei più grandi successi commerciali della compagnia, negli ultimi anni. E fu sempre lui, grande appassionato di fotografia e di topografia aerea, a farsi personalizzare un piccolo monomotore per dedicarsi alle sue foto dall’alto, soprattutto della costa della Bretagna e della Normandia.

La sua passione per gli aerei è nata probabilmente in grembo: il nonno raccontava di avergli lasciato i comandi dell’aliante in un volo privato quando aveva solo quattro anni. Dieci anni più tardi nacque la grande passione per la fotografia della quale era uno straordinario interprete. Esponeva i suoi scatti regolarmente: foto geografiche e scatti di minuscoli ingranaggi che sembravano diventare un rompicapo nelle gigantografie appese nei musei.

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Olivier Dassault
Olivier Dassault con la moglie Natasha Nikolajevic e la splendida primogenita Helena (Getty Images)

Passione Falcon

A lui è legato lo sviluppo più moderno della Dassault che rende il colosso francese un punto di riferimento dell’aviazione civile. Fedele e rispettoso degli ideali repubblicani francesi, non si era mai sottratto agli obblighi di fornire la massima tecnologia ai suoi prodotti militari. Ma Olivier non amava gli aerei da guerra. Il suoi ‘giocattolo’ preferito era soprattutto il Falcon.

Vantava numerosi record di trasvolata atlantica: prima da New York a Parigi con un Falcon 50 nel 1977. Poi da New Orleans a Parigi con un Falcon 900. Il 900 era l’aereo che amava di più in assoluto: sua la decisione di renderlo più potente e autonomo con la versione 900 XE che spinse personalmente in un volo da record da Parigi a Dubai.

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Il musicista

Artista a tutto tondo, suonava perfettamente il pianoforte ed era un ottimo compositore. Musica contemporanea, ma anche colonne sonore. Famosa la sua realizzazione per l’inaugurazione del Parc Vulcania a Parigi quando compose una lunga opera orchestrale che andava al ritmo delle esplosioni di fuochi d’artificio che lui stesso aveva contribuito a disegnare.

Aveva una quindicina di brevetti di volo. Conosceva gli elicotteri come pochi altri uomini al mondo. L’Écureuil, ‘lo scoiattolo’, prodotta dalla concorrente Aerospatiale – azienda del gruppo Airbus – era uno di quelli che amava di più. Per i voli più brevi chiedeva sempre quel modello particolare. L’elicottero con cui è precipitato morendo sul colpo. Lascia la seconda moglie Natasha da cui aveva avuto tre figli ancora piccoli, Helena, Remi e Thomas.

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