Roberto Baggio su una Ferrari 512 TR: quando girò in pista a Fiorano

Roberto Baggio e la Ferrari, un legame forte in tutto il suo periodo alla Juventus come dimostra la visita con giro di pista a Fiorano nell’estate del 1992

Roberto Baggio a Fiorano: quando girò in pista su una Ferrari 512 TR
Roberto Baggio a Fiorano: quando girò in pista su una Ferrari 512 TR

Quando Roberto Baggio passò dalla Fiorentina alla Juventus, la società annunciò il suo trasferimento in un comunicato di otto righe. In quell’estate mondiale, che cambiò per sempre la storia del Divin Codino e la rivalità tra i viola e i bianconeri, quel trasferimento è destinato a fare epoca.

In una breve notizia pubblicata il giorno dopo sul quotidiano Repubblica, nel contratto di Baggio alla Juve sarebbero compresi anche optional di lusso non indicati nel comunicato della società. Fra questi, una villa in collina e una Ferrari Testarossa.

C’è una Ferrari anche nell’estate del 1992, un altro dei momenti di passaggio della sua carriera, raccontata nel film “Il Divin Codino”, disponibile sulla piattaforma Netflix dal 26 maggio.

Leggi anche – Roberto Baggio e la Panda 4×4: la foto che fa impazzire i social

Roberto Baggio a Fiorano, il ricordo

Juventus vuol dire Agnelli, dunque Fiat e, appunto, Ferrari. Tra Roberto Baggio e Maranello esiste una sorta di legame sotterraneo. Il Divin Codino e il “Drake”, Enzo Ferrari, sono nati lo stesso giorno, il 18 febbraio come Fabrizio De André.

Baggio si fa immortalare nell’abitacolo di una F40, in una foto-gioiello condivisa dal profilo ufficiale dei Musei Ferrari in occasione dell’uscita del documentario.

In quegli anni ha guidato anche altre supercar di Maranello. In strada e in pista, a Fiorano. Succede, ad esempio, nel maggio del 1992. Ha appena segnato il rigore che ha deciso la finale d’andata di Coppa Italia contro il Parma, ultima partita in carriera di un arbitro discusso e iconico, Concetto Lo Bello. Decide di provare l’ebbrezza della velocità come i piloti della Scuderia.

Saluta i tecnici e gli ingegneri, firma autografi. Poi si concede un giro su una 512 TR, berlinetta a motore centrale evoluzione della Testarossa. Il nuovo modello mantiene le linee eleganti pensate da Pininfarina per uno dei classici della produzione Ferrari. Ma introduce modifiche estetiche e migliorie aerodinamiche, presentate al Salone di Los Angeles di quell’anno.

Curva dopo curva, su una pista completa e tecnica progettata proprio per testare le sportive della casa di Maranello e le monoposto da Formula 1 della Scuderia, Baggio dimentica le ansie e i dubbi. Ma torna tutto a galla, una volta uscito dall’abitacolo. La Juve perderà la finale di ritorno e la Coppa Italia. “Finora, ho vinto solo tornei da bar” dirà Roberto Baggio, col suo solito denso distillato di pungente auto-ironia. Ma dall’anno successivo sarebbe cambiato tutto.

E’ un anno di passaggio anche per la Scuderia Ferrari. Luca Cordero di Montezemolo crea il Ferrari Design and Development, struttura con base in Inghilterra che dovrebbe favorire il lavoro del progettista John Barnard. Non funzionerà, ma questa è un’altra storia.

Impostazioni privacy